giovedì 18 gennaio 2018

Segnocinema 209 e Ugo Liberatore

Certe volte le coincidenze guidano le nostre azioni. Mi è capitato tempo fa di tirare fuori una videocassetta che avevo registrato dalla televisione quasi vent'anni prima e, quasi senza sapere cosa c'era dentro, di inserirla nel videoregistratore (sì, ce l'ho ancora, ovviamente, più d'uno) e di vedere, di conseguenza, Love Maker - L'uomo per fare l'amore. Il titolo un po' fuorviante mi aveva tenuto distante dal film - che però aveva registrato volontariamente - ma vedendolo mi sono reso conto che era un film particolare e decisamente più interessante di quel che pensavo.

Naturalmente il nome di Ugo Liberatore non mi era ignoto e nei primi anni '70 ricordavo che era stato assai in voga per i suoi film erotico-esotico-esistenziale che ero troppo giovane per poter vedere (erano tutti vietati ai 18). Per una ragione o per l'altra negli anni successivi non li avevo recuperati e quindi l'unico Liberatore che avevo visto era Nero veneziano, il suo horror. Pertanto, dopo aver visto Love Maker mi sono reso conto che c'era molto da (ri)scoprire. Per quanto la sua carriera di regista sia stata breve e avara di titoli, Liberatore ha lasciato il segno, secondo me, e questo segno ho voluto ripercorrerlo dopo tanti anni dall'uscita di quei film.

Il risultato è l'articolo Il cinema di Ugo Liberatore - Un regista tipicamente atipico che i più volenterosi e interessati possono trovare sul n. 209 (gennaio-febbraio 2018) di Segnocinema, attualmente in distribuzione. Magari vi viene voglia, leggendolo, di vedervi qualche film di Liberatore. Non sarebbe male.

Con l'occasione, tra gli altri ottimi articoli che come sempre popolano le pagine di Segnocinema, mi piace segnalare di Ilaria Franciotti e Valerio Sbravatti Shining: King vs. Kubrick che mette a confronto la versione cinematografica di Kubrick con la miniserie televisiva voluta da King.

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