sabato 28 gennaio 2017

Catacomba di Lorenzo Lepori e Roberto Albanesi


Negli anni ’70 e ’80, quale estrema conseguenza del proliferare dei cosiddetti fumetti neri, imperversò nelle edicole una serie di fumetti orrorifici di grana grossa che spesso - e sempre più con il trascorrere degli anni - accomunava all’horror l’erotismo, come del resto avveniva nel cinema già da tempo. La serie si chiamava «Oltretomba» e aveva carattere antoloigico, vi hanno collaborato parecchi disegnatori molto bravi (Tacconi, Pavone, Missaglia, Sammarini e molti altri, compreso il compianto Giuseppe Dalla Santa e anche diversi ottimi disegnatori spagnoli). Per poco non ci ho collaborato anch’io (per i testi, ovvio, non per i disegni): la Ediperiodici mi aveva chiesto delle sceneggiature (non so se per questa o per altre sue collane), ma poi la cosa non ha funzionato. Mi ricordo in particolare, come di considerevole qualità, la collana «Oltretomba colore» che, come dice il titolo, aggiungeva la novità del colore a fumetti che tradizionalmente erano sempre stati in bianco e nero. «Oltretomba» non era l’unica collana horror erotica - ce n’erano parecchie altre, sia antologiche sia con personaggi fissi - ma è di certo una di quelle che più è rimasta nell’immaginario collettivo (forse di un collettivo ristretto, ma comunque, per definizione, plurale).

Il giovane regista Lorenzo Lepori ha avuto l’idea di riprendere la tradizione ben poco politicamente corretta di quei fumetti e di trasporla in un film a episodi, Catacomba, coadiuvato da Roberto Albanesi che ha diretto l’episodio che fa da cornice agli altri. L’esito, diseguale come è destino di tutti i film antologici, è comunque interessante e va apprezzato, al di là dei suoi meriti effettivi, proprio per l’audacia produttiva e per l’idea in sé.


Nella storia cornice (Un diavolo per capello, scritta da Lepori e Albanesi e diretta da Albanesi), Simone (Simone Chiesa), mentre tenta di combinare con una certa Lorella per la serata, va all’appuntamento col parrucchiere, ma trova chiuso per lutto per cui si rivolge a un altro parrucchiere (Massimo Mas). Mentre in negozio aspetta il suo turno legge un albo a fumetti, «Catacomba», che trova sul tavolino.


La prima storia, Evil Tree (scritta da Antonio Tentori e Lepori e diretta da Lepori), vede uno sceneggiatore horror (Antonio Tentori) che, in un boschetto campestre, cerca l’ispirazione per la prossima storia. Però è disturbato dal rumore prodotto da una coppia di motociclisti. Quando si tolgono i caschi vede che sono motocicliste (Silvia Ercolini ed Eleonora Sinotti) piuttosto eccessive e dall’aspetto aggressivo che, in effetti, lo aggrediscono e lo legano a un albero, affermando d’essere le figlie predilette di Satana e d’averlo legato al cosiddetto albero della strega dove intendono sacrificarlo. E lo fanno, in modo truculento, con un sottofondo metal rock. Ma quando tutto sembra finito arriva il redde rationem ultraterreno, immotivato quanto cruento.


Quando sarebbe il turno di Simone, entra un tizio chiedendo di fare una telefonata e il parrucchiere lo accompagna nel retrobottega. Preso dalla lettura, Simone non si contraria.


La seconda storia (Alien Lover, scritta e diretta da Lepori), sempre in ambito boschivo-campestre, vede una giovane coppia imbattersi in un essere mostruoso - un alieno o comunque definito tale - che uccide lui a coltellate e poi fa a fette anche lei. Intanto, il trucido Franco (Franco Bartoletti) pensa che la sua partner, Tamara (Simona Vannelli), lo tradisca. L’ha trovata infatti fuori di casa, nuda, in un misterioso stato di estasi. Lei farnetica d’essersi accoppiata con un alieno. Franco, vendicativo, vuole scoprire chi è l’amante per poi uccidere entrambi e dare la colpa al maniaco che sta uccidendo le coppiette. Nel frattempo la polizia sta dando la caccia al maniaco, che però è un osso duro. Un paio di amici di Franco si intromettono e gli esiti sono tragici.


Mentre Simone attende, il parrucchiere, nel retrobottega uccide e smembra il tizio che voleva telefonare. E Simone continua a leggere.


Nella terza storia (Una messa nera per Paganini, scritta da Tentori e Lepori, diretta da Lepori), Caterina (Stefania Vestri) presenta a suo marito Andrea (Moreno Fabbri) il violinista Pascal (Pascal Persiano), che, gli spiega, “condivide la tua stessa passione”. Per Paganini, s’intende. Andrea è un grande collezionista e possiede spartiti inediti di Paganini che Pascal brama vedere. Ma Pascal ha una tresca con Caterina e un piano ordito insieme a lei per arrivare ad avere tutto. Trova però ben più di quanto cercava.


Arriva finalmente il turno di Simone, ma, mentre il parrucchiere lavora, Simone ha agio di leggere l’ultima storia dell’albo.


La quarta storia (La maschera della morte rossa, scritta da Tentori e Lepori, diretta da Lepori) è condotta quasi senza l’ausilio delle parole, con il protagonista (Luigi Fedele) che, all’interno di una grande casa, va alla ricerca di una donna in rosso (Simona Vannelli) e fa un altro strano incontro, di carattere erotico, con Morella (Eleonora Sinotti). Incontro che presto trasuda sangue e violenza anche cannibalistica.


A parte i fumetti, un’evidente ispirazione è il cinema splatter di H.G. Lewis, per l’insistenza sui dettagli irrealistici e la prevalenza della ricerca della cruda sgradevolezza rispetto a quella della costruzione della storia e dei personaggi. Ciò è evidente soprattutto nel primo episodio, il più debole. Sconnesso, raccontato con poca brillantezza, un po’ greve, si riduce a una grottesca parata di orrori che è sì in linea con lo spirito di quei fumetti, ma non ne riproduce la veemenza narrativa. In sostanza, è gratuito, ma non ha lo spunto che giustifichi questa sua gratuità e si dipana in modo piuttosto banale. Antonio Tentori, noto critico e sceneggiatore, interpreta non tanto se stesso (immagino) quanto l’icona che rappresenta e lo fa con gusto. Del cast tecnico fa parte - e va segnalato - il grande Sergio Stivaletti.


Il secondo episodio è meglio strutturato e anche condotto con una migliore attenzione alla dinamica narrativa e ai personaggi, con una serie divertente di rivolgimenti e di colpi di scena. La demenzialità dei personaggi messi in scena non nuoce alla storia, che riprende bene lo spirito di quei fumetti. Le discussioni al bar e la descrizione di un gruppo di maschi dalle caratteristiche subumane - ma non poi così irreali - accompagnano una figura femminile che chiaramente è portata a preferire a quegli uomini moralmente mostruosi un mostro vero. Svelto e dinamico, è forse l’episodio migliore, anche se forse quello successivo è diretto con maggiore abilità compositiva.


Il terzo episodio riprende la figura leggendaria di Paganini già oggetto di vari horror e richiama più di un po’ anche un famoso episodio dell’horror a episodi della Amicus Il giardino delle torture (quello sull’uomo che collezionava Poe, interpretato da Jack Palance e Peter Cushing, nientemeno), inserendovi un classico triangolo amoroso per costruire una storia interessante e ben condotta oltre che ben recitata. Protagonista è Pascal Persiano, attore che ha preso parte a diversi horror del passato (tra cui appunto Paganini Horror) e che qui offre al personaggio che interpreta la sua sicura professionalità. (Tra parentesi, per un certo periodo ho scritto sceneggiature per fotoromanzi e in quel periodo - e anche in altri - Pascal Persiano era una star di quell’incredibile mondo). Il risvolto finale è forse un po’ troppo telefonato, ma accettabile. Efficace il look spettrale di Paganini (interpretato da Alessandro Mollo), opera di Alessandro Catalano.


Il quarto episodio è quello più visuale e a maggior tasso erotico. Sotto questo profilo non delude ed è condotto con buona mano, pur se non mancano alcuni difetti derivanti probabilmente dall’entusiasmo realizzativo che spinge all’eccesso. Gli effetti speciali truculenti sono realizzati in modo da assecondare questo gusto parossistico che non ricerca realismo e credibilità, ma, appunto, l’eccesso e lo trova in un’orgia di sangue che in qualche modo lascia il segno. Il richiamo a Poe è più nei nomi che nella sostanza, un omaggio al grande autore.


La storia cornice è simpatica e ben recitata, anche per la buona prova di Simone Chiesa (in particolare, ma anche Massimo Mas ha i suoi momenti) e l’ironia che la pervade. Il finale è un po’ d’obbligo, ma lo svolgimento e alcuni risvolti sono divertenti. Lo stile registico di Albanesi è meno irruento rispetto a quello di Lepori e si adatta bene al tipo di storia.


In conclusione, l’idea di resuscitare lo spirito indomito e sicuramente grossolano di quei vecchi fumetti è stata brillante e anche ambiziosa. Certo non è un horror inquieto e d’atmosfera quello cui ha mirato Lepori, ma non lo era nemmeno quello di quei fumetti e bisogna sempre giudicare un’opera in base a ciò che si prefiggeva l’autore. Di fatto è comunque un ulteriore e consistente passo avanti rispetto al film precedente (I Love You Like a Twist), come il film precedente era un consistente passo avanti rispetto a quelli prima ancora. Ciò fa ben sperare.


Nell’edizione per la vendita del dvd è contenuto anche un albo a fumetti che riproduce il contenuto di quello letto da Simone Chiesa nel film: una bella idea e un’ottima realizzazione, a cura di Lorenzo Lepori, omonimo del regista e già disegnatore nella vera serie di «Oltretomba». 



Il dvd in vendita lo trovate anche qui, da Bloodbuster.

venerdì 20 gennaio 2017

La Banda nel Messaggero dei Ragazzi n. 1008!


Nel n. 1008 (gennaio 2017) del Messaggero dei Ragazzi - quello attualmente in distribuzione - torna La Banda per la sua settima avventura. Come i lettori di questo blog (e soprattutto quelli del Messaggero) sanno, si tratta della serie a fumetti che attualmente sto scrivendo e che riguarda le avventure di un gruppo di scatenati ragazzini alle prese con problemi di tutti i giorni e anche con qualcosa di più.

La storia di questo numero si intitola Il bosco del folletto e mentre sul bosco non ci sono dubbi, sul folletto non si sa se ci sia davvero o se sia solo una leggenda. L’occasione è stata buona per prendere spunto dalla moda dei mockumentary (quei film che si inventano tutto, ma fingono di essere dei documentari e di raccontare cose vere, anche se gli spettatori sanno bene che non è così, in un gioco di varie complicità tra autori e pubblico) e prenderla un po’ in giro. La vicenda è rapida e spero brillante: si esaurisce in otto dense pagine, questa volta disegnate dal bravo Francesco Frosi che ritorna alla Banda dopo l’episodio calcistico Il nuovo mister e si dimostra perfettamente a suo agio anche nel verde del bosco oltre che in quello dei campi da calcio.

Qui sopra alcune vignette che mi auguro possano spingere a voler leggere tutta la storia.

giovedì 12 gennaio 2017

Il cinema del disastro parte seconda su Segnocinema 203


Sul nuovo numero di Segnocinema, il n. 203 (gennaio-febbraio 2017) attualmente in distribuzione, c'è la seconda parte del mio articolo Il cinema del disastro. Della mia parte, pubblicata su Segnocinema n. 202, ho dato conto qui. Questa seconda parte è anche quella finale, giusto per la precisione.

Se nella prima scrivevo della fase di formazione del genere, in questa seconda parte racconto, brevemente, dell'ascesa e della decadenza del genere catastrofico, un genere tanto affascinante quanto, spesso, ripetitivo. Ma, tra le altre cose, do conto anche della variante giapponese, per me molto interessante. Qui sotto il poster di Pianeta Terra: Anno zero, film paradigmatico di questa variante, da vedere assolutamente.

 

Oltre al mio articolo, come sempre, ci sono molte cose da non perdere, in particolare lo speciale Sex & Love - Forme di genere e sessualità nel cinema degli anni Duemila.

martedì 10 gennaio 2017

Aspettando Annabelle 2

L'evocazione - The Conjuring, bell'horror di James Wan, aveva all'inizio (e qua e là) presentato una bambola posseduta, chiamata, per motivi concreti, Annabelle. La bambola era piaciuta - o comunque è sembrata interessante a Wan e soci - al punto da dedicarle un film intero, chiamato, non a caso, Annabelle, prodotto da Wan e diretto da John R. Leonetti. The Conjuring è stato un successone, ma anche Annabelle non ha scherzato e così dopo il sequel di The Conjuring sta per arrivare anche quello di Annabelle, chiamato, sempre non a caso, Annabelle 2.

Nell'attesa che arrivi anche da noi - l'uscita è prevista per il 18 maggio - ho scritto qualcosa sull'argomento per MYmovies: chi vuole leggere ciò che ho scritto deve solo cliccare qui e fiondarsi sul sito di MYmovies. Chi vuole approfondire l'argomento delle bambole maligne può anche leggersi il voluminoso tomo di Samuele Zaccaro, La notte più lunga del mondo, di cui ho scritto qui.