domenica 22 ottobre 2017

Movieman di Alberto Lavoradori e Giorgio Finamore

Movieman (edito da Weird Book, € 20,00) è un libro particolare. Potremmo definirlo un romanzo illustrato. Scritto da Alberto Lavoradori e illustrato da Giorgio Finamore. Alberto Lavoradori ha anche realizzato le schede tecniche che costellano il volume.

Movieman non è un libro particolare solo perché è un romanzo (riccamente) illustrato, ma anche e soprattutto perché è un romanzo particolare che rifugge dalla normale scansione narrativa per privilegiare una sintesi estrema che scarnifica la storia per mantenerne gli aspetti salienti in una progressione austera quanto efficace. La fantascienza di questo libro è del tipo che non rifugge le asperità psiclogiche e sociali, ma anzi le cerca per addentrarsi nel profondo della natura umana e delle sue deviazioni, non ultima la ricerca del profitto. E proprio la metafora dell’atteggiamento, o meglio del sogno proibito, dell’industria culturale è quella che mi è venuta in mente leggendo questo libro: poter fare a meno dei creativi, soppiantarli in modo da realizzare intrattenimento senza doverlo (doverli) pagare. Agli albori del cinema, le case di produzione evitavano accuratamente di indicare i nomi del cast e dei credits nei film perché non volevano che gli artisti diventassero famosi e avanzassero quindi delle pretese economiche. L’atteggiamento cambiò solo quando le case produttrici si resero conto che i “divi” sarebbero stati più redditizi come tali. Ma il concetto di base era quello e tale è rimasto sotto forme diverse. E il cinema - quello mutato, quello di un possibile futuro non auspicabile, ma percepibile appunto come metafora, come ammonimento - è al centro del romanzo, ne costituisce l’anima corrotta e allo stesso tempo indefettibile.

Alberto Lavoradori è un famoso disegnatore di fumetti: ho avuto il piacere di collaborare con lui più volte negli anni passati, in campo disneyano (nel quale Alberto è una colonna: basterebbe il suo lavoro di creazione dell’immaginario grafico di PK per definirlo tale) e non. Oltre ai fumetti si è distinto nel campo della grafica, dell’illustrazione e della pittura. Ma anche nella scrittura pura e semplice, come dimostra il suo precedente romanzo fantascientifico, Unrank. In questo caso, ha lasciato la parte grafica a Giorgio Finamore, apprezzato artista e illustratore. Il risultato è notevole. L’integrazione della parte scritta e di quella illustrata è sinergica e totale. Le illustrazioni di Finamore si fondono perfettamente con le parole di Lavoradori creando un universo distopico di grande cupezza, immerso in un’atmosfera tecnologico-psicologica nella quale l’umanità si perde e si scolora, ma permane come sensazione irreprimibile.

Inutile dire che ne consiglio la lettura.

La prefazione, puntuale e arguta, è di Massimo Perissinotto. Io ho contribuito con una breve riflessione conclusiva che spero appropriata, scritta al buio rispetto al contenuto del romanzo, sul cinema nei film di fantascienza.

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