lunedì 17 luglio 2017

George A. Romero (1940-2017)

La scomparsa di George A. Romero è la fine di un'epoca, forse la fine di un certo modo di fare cinema horror. Ho scritto un tributo alla sua memoria per MYmovies: chi vuole leggerlo può cliccare qui.

Nel corso degli anni ho scritto molto su Romero. A partire dagli articoli preparati per Robot e Aliens e poi non pubblicati per la chiusura di quelle riviste. Poi ci fu un lungo articolo pensato per Nosferatu anch'esso non pubblicato per motivi analoghi. Ma proprio su Nosferatu scrissi un articolo in tre puntate sull'influenza generata da Romero sul cinema horror, un'influenza fortissima che lo ha cambiato per sempre. Successivamente ho scritto un lungo articolo sulla carriera di Romero per Amarcord, nel quale, credo per la prima volta in Italia, parlavo di There's Always Vanilla, avendolo visto: un film che si era sempre dato per perduto. Poi è stata la volta del Dizionario dei film horror che mi ha consentito di riprendere in mano il discorso sul versante horror dell'opera di Romero. Un versante importante e preponderante, ma non esclusivo perché Romero ha fatto anche altro e, se non fosse stato un poliedrico spinto alla monocoltura, molto altro avrebbe fatto. Quindi è stata la volta di un altro lungo articolo per Segnocinema in cui prendevo in esame gli "altri" film di Romero, appunto, quelli senza zombie, che sono comunque parecchi e parecchio significativi. Anche senza morti viventi Romero sarebbe stato una figura significativa nel mondo del cinema. Con i morti viventi è stato una figura unica.

Quanto sopra per rimarcare l'importanza che l'opera di Romero ha avuto nella mia vita. Ricordo ancora quando con mio fratello Gianni siamo andati a vedere La notte dei morti viventi al cinema Roma: era il 1971 e non avrei avuto l'età per superare il limite dei 18 anni, ma mi fecero entrare lo stesso. Da quel momento quel film è diventato il mio cult per eccellenza e l'ho guardato più volte, ma con moderazione, ogni certo numero di anni, per evitare di stufarmene. E ogni volta con il timore di trovarlo impoverito e banalizzato dall'iterazione zombesca nel frattempo intervenuta. Non è ancora successo: ogni volta che l'ho rivisto mi è sembrato come mi era sembrato la prima volta. Perfetto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sempre un immenso piacere leggere i suoi articoli!

Rudy Salvagnini ha detto...

Grazie mille!