mercoledì 8 luglio 2015

E.N.D. The Movie di Luca Alessandro, Allegra Bernardoni, Domiziano Cristopharo, Federico Greco

Quanti film di zombie sono stati prodotti negli ultimi decenni? Molti, non direi troppi, ma molti di sicuro. Abbastanza per richiedere un approccio originale a chi voglia inserirsi nel gruppo con l’idea di lasciare il segno. E.N.D. The Movie sceglie di avvicinarsi al tema in modo inizialmente minimalista per poi approdare a una rivisitazione stilisticamente affascinante di una situazione prototipica, concludendosi infine su un tentativo relativamente ambizioso di meditazione sul significato dell’essere diventato zombie e dell’essere rimasto umano. E se è vero che gli zombie, in fondo, da Romero in poi, siamo (anche) noi, la differenza è sfuggente e ambigua.

Il film è strutturato temporalmente in episodi riferiti a giorni specifici dal momento in cui parte una virulenta epidemia di zombite.
Day # 0: Questa volta il contagio zombesco si diffonde attraverso la cocaina. Nel bagno di un locale una donna (un simpatico cameo di Regina Orioli) assume cocaina e poi azzanna l’uomo (Patrizio Cigliano) che è con lei.


Day # 1 - Day # 2: In un’agenzia di pompe funebri, il truccatore di cadaveri Giorgio (Francesco Sannicandro) e gli amici Paolo (Giuseppe Ragone) e Sandra (Ilaria Baiocco) si risvegliano dopo una notte di bagordi nella sala d’esposizione delle bare e rimettono fretolosamente le cose a posto prima dell’arrivo del principale, Massimo (Antonio Bilo Canella). Che in effetti arriva accompagnato dal signor Ricchi (Marco Di Stefano), lì per le esequie del figlio morto dopo una lunga malattia. Ricchi vuole una bara speciale, dalla quale si possa uscire. Dev’essere pronta per la mattina dopo. Il mattino dopo Giorgio si sveglia tardi sempre nella sala delle bare e consiglia agli amici di bevute Paolo e Sandra, ancora assonnati, di restare a dormire nelle bare perché non c’è tempo per rimettere a posto. Ricchi arriva: la bara è pronta. Massimo ha anche dei torbidi affari in ballo che saranno cruciali per lo sviluppo degli avvenimenti. Una ragazza affannata e spaventata arriva e chiede se non sanno davvero nulla di cosa sta accadendo. Mentre è lì la radio trasmette un allarmato comunicato del Ministero dell’Interno: un virus propagato da una partita di cocaina tagliata male sta spargendosi a vista d’occhio rendendo chi ne è vittima molto aggressivo. Pare addirittura che i morti tornino in vita.


Indeciso sull’essere horror o commedia, il film parte in modo guardingo manovrando luoghi comuni con una certa circospezione e cercando di caratterizzare personaggi che restano comunque appena abbozzati. Nel descrivere un’epidemia globale e devastante, rimane un film da camera, confinato in un luogo nel quale filtrano le notizie dall’esterno. Corretto nell’esposizione, ma poco coinvolgente, risulta un po’ monotono e piatto e non trova un’inventiva visuale tale da caratterizzare in modo autonomo gli eventi riscattandoli dalla prevedibilità. Condizionato forse, dal punto di vista narrativo, dalla necessità di introdurre la situazione, resta quindi un po’ ingessato, pur svolgendo funzionalmente il suo compito. Diretto collettivamente da Luca Alessandro, Allegra Bernardoni e Federico Greco.


Day # 1466: Il contagio si è cosparso velocemente e l’esercito statunitense interviene per creare un cordone sanitario lungo i confini italiani. Un furgoncino percorre una stradina nel bosco. A bordo, oltre al guidatore (Wayne Abbruscato), due donne, una delle quali, la più giovane (Aurora Kostova), incinta. Uno zombie compare sul sentiero. L’autista lo investe, ma la manovra blocca il furgoncino che non riparte più. Il guidatore fa scendere le donne, ma gli zombie attaccano e uccidono la donna più anziana. Benché colpita al cervello, una zombie risorge contro ogni regola romeriana. Il guidatore e la donna incinta si rifugiano in un casolare che liberano a fatica da diversi zombie. La donna avverte che il feto è morto, nonostante l’uomo le dica che si muove ancora. Hanno ragione entrambi. 


Questo episodio centrale è sostanzialmente l’opposto del precedente, ambientato com’è in esterni, in una natura indifferente alle sorti degli uomini. Più dinamico e orientato all’uso degli effetti speciali, mette in scena con un certo vigore una classica lotta contro gli zombie. La situazione rimanda chiaramente a La notte dei morti viventi, ma non mancano riferimenti ad Antropophagus (la sceneggiatura è di Antonio Tentori). I dialoghi sono ridotti all’osso e l’enfasi è sugli aspetti visuali e sull’azione. Concettualmente, l’episodio non dice molto di nuovo sul tema - qualcosa sì, però, come il risvolto macabro sul rapporto tra madre e nascituro - ma è vivace, ben diretto, con un’ottima fotografia e una buona tensione. Alcune immagini sono fortemente evocative (su tutte quella della donna con il feto davanti alle mani protese dei morti viventi). Se gli altri episodi sono narrativamente collegati, questo sembra del tutto a se stante - pur rappresentando una necessaria fase intermedia nella narrazione - e si staglia sul resto del film come l’episodio migliore. La regia è di Domiziano Cristopharo (chi segue questo blog sa che ho parlato diverse volte dei suoi film: per esempio qui, qui e qui), che, dopo film decisamente tosti, sembra essersi preso una simpatica vacanza nel cuore dell’horror. Si rivede con piacere l'intensa Aurora Kostova, già in Doll Syndrome, affiancata dal vigoroso Wayne Abbruscato, perfettamente in parte.


Day # 2333: Un rapporto radiofonico criptato rivela che le armi da fuoco non fanno più effetto contro gli zombie e neanche colpirli alla testa serve più. Non si può più ucciderli, ma solo renderli inermi. Il numero dei contagiati ha superato quello dei sani. Il dottor Mengels, però, a Roma, città da dove è partito tutto, sta perfezionando un veleno anti-zombie. In un bunker sotterraneo alcuni zombie sono tenuti prigionieri dai soldati. Tra gli zombie, Giorgio che viene liberato da uno dei soldati, in realtà anch’egli zombie, il figlio del signor Ricchi. Gli zombie infatti si sono organizzati, ragionano e hanno strategie.


Se l’episodio precedente rimandava a La notte dei morti viventi, questo richiama Il giorno degli zombi, invertendone in qualche misura la situazione e fornendone una sorta di parodia nella quale l’ironia la fa da padrona, con gli zombie che parlano tra loro grugnendo mentre i sottotitoli ci decifrano i loro versi gutturali. Il risultato è a tratti simpatico per l’inversione dei ruoli e la dinamica relazionale. E la riflessione sul ruolo degli zombie, attuata dal punto di vista degli zombie stessi (anche loro in fondo vittime della situazione), è interessante e originale, pur se non proprio chiaramente definita. L’episodio ripropone i personaggi dell’inizio mostrandone il destino. Federico Greco - coautore del non dimenticato Il mistero di Lovecraft - Road to L. (ben dieci anni fa: è proprio il caso di dire che il tempo vola) - lo dirige con buona mano, indulgendo forse un po’ troppo nel privilegiare, visivamente, tonalità oscure e tenebrose che non sempre aiutano a dipanare una narrazione talvolta confusa.


Come tutti i film diretti a più mani, il film è inevitabilmente diseguale, ma diversamente dai classici film a episodi mantiene un’apprezzabile unitarietà tematica e narrativa. Le sia pur relative novità che propone e, soprattutto, la qualità che traspare lo rendono un tentativo positivo di portare un nuovo mattone alla costruzione dell’epopea zombie. Apprezzabile, nell'insieme, la prova del cast.

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