mercoledì 15 ottobre 2014

6 Reels Under di David Del Valle

Sotto molte vesti - da quella del critico/storico del cinema a quella di agente e promotore, da quella di giornalista a quella di conduttore radiotelevisivo - David Del Valle ha percorso svariati decenni di cinema scrivendo diversi libri interessanti, caratterizzati dalla profonda conoscenza anche personale dell’oggetto della sua analisi. In sostanza, per motivi di lavoro e di interesse specifico sul soggetto e sull’oggetto, Del Valle ha conosciuto personalmente e intervistato (non solo, di alcuni è diventato anche agente e amico) molte delle star del cinema di genere, anche quelle che normalmente non erano colpite dalla luci dei riflettori.
Questa conoscenza diretta rende i libri di Del Valle particolarmente interessanti perché permettono di conoscere lati insoliti o, più semplicemente, “umani” di attori e attrici che siamo stati abituati a vedere sullo schermo. E Del Valle, con una scrittura piana ma non banale, è generalmente in grado di illuminare con aneddoti e ricordi la personalità degli intervistati in modo da dare al lettore l’impressione di averli conosciuti anche lui.

6 Reels Under (BearManor Media, 2012, 252 pagine, rigorosamente in inglese) è un libro che si fa legge compulsivamente, nella sua parata di volti dimenticati o indimenticabili, ciascuno dei quali con una sua storia e un suo retroterra diverso. Ci sono i capitoli che potrei definire “sereni”, dedicati a personaggi la cui sorte non è stata avversa e che Del Valle ha conosciuto bene e dei quali è diventato amico, come Barnara Steele, Martine Beswicke e Vincent Price. La lettura di questi capitoli è interessante e divertente anche per ciò che riguarda gli aneddoti cinematografici (come il ricordo, per esempio, che Martine Beswicke ha di Franco Franchi in Ultimo tango a Zagarol).

Poi ci sono i ricordi di persone che hanno avuto destini ben diversi. In questi casi - come per Robert Quarry (l’indimenticato Conte Yorga del dittico AIP) e Yvette Vickers (co-protagonista di Attack of the 50 Foot Woman) - la penna di Del Valle trova le parole giuste per rendere la desolazione e la tristezza di tramonti ben poco poetici (la sorte di Yvette Vickers è stata particolarmente amara).

Ma non mancano momenti bizzarramente weird, con ritratti vividi di comportamenti e personaggi sopra le righe e insoliti al punto da essere quasi minacciosi, pur senza perdere di vista la profonda umanità anche di questi comportamenti: magistrale, in questo senso, è il capitolo dedicato ad Aubrey Morris, attore comparso in moltissimi film, ma che rimane soprattutto celebre per una piccola ma significativa parte in Arancia meccanica.

Sentiti e significativi sono anche i ricordi di personaggi assai diversi tra loro come Forrest J. Ackerman (che con la rivista Famous Monsters of Filmland ha in sostanza creato il fandom), Dennis Hopper o gli attori ora dimenticati, ma realmente indimenticabili come Eric Portman  e Reggie Nalder (attore quest’ultimo che aveva una presenza assolutamente unica). Il capitolo su Michael Gough (Konga, Gli orrori del museo nero, Dracula il vampiro e moltissimi altri, anche se gli spettatori lo ricorderanno probabilmente solo per essere stato il maggiordomo Alfred dei Batman di Tim Burton e Joel Schumacher) è delizioso e rivelatore In sostanza, una lettura non solo consigliabile, ma direi quasi necessaria per chi ama il cinema di genere e i suoi eroi, soprattutto quelli non celebrati.

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